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Samsung ES8000 – Data REcovery

Nel 2011 ho acquistato un televisore Samsung 46 pollici, modello ES8000 (ne ho già parlato, per un problema, in questo articolo). Per potere giocare con le diverse app installate, ho montato su di esso una chiavetta USB. Nel corso degli anni abbiamo registrato su di essa diverse foto e video, fatti con la camera integrata. Ad un certo punto, il buio. Chiavetta non riconosciuta. Provo ad accedere ai dati, nulla. Non viene vista da Linux nè da Windows. Ok, mi incaponisco. Questo il risultato.

Inserendo la chiavetta in un calcolatore linux, si ottengono pochissime informazioni.
sd 4:0:0:0: [sdd] 2041856 512-byte logical blocks: (1.05 GB/997 MiB)
sd 4:0:0:0: [sdd] Write Protect is off
sd 4:0:0:0: [sdd] Mode Sense: 23 00 00 00
sd 4:0:0:0: [sdd] Write cache: disabled, read cache: enabled, doesn't support DPO or FUA
sd 4:0:0:0: [sdd] Attached SCSI removable disk

Che sono comunque utili a determinare il funzionamento del dispositivo. In rete ho trovato la documentazione di un progetto “SamyGO“, che parla del filesystem di queste chiavette. Si tratta di un RFS, Robust File System, pensato proprio per le pendrive e supportato da Samsung “da sempre”. Rimane da capire come accedere ai dati, cosa che viene spiegata in questo articolo: in pratica si tratta di un filesystem FAT16 o FAT32, che può essere montato nativamente e con poco sforzo in linux. Il problema è, semmai, recuperare i dati della partizione.

Come già successo in passato, mi è venuto in aiuto il programma testdisk (lo avevo usato per recuperare i dati di “esse”) , in ambiente linux. Ho caricato il drive corrispondente alla mia chiavetta (/dev/sdd) ed ho provato a fare riconoscere la partizione: NULLA. Allora ho deciso di lavorare “senza partizioni” indicando un filesystem di tipo FAT16 ed eseguendo una “immagine della partizione”. Ho fatto lo stesso con il filesystem FAT32.
Una volta create le “immagini” mi sono messo a lavorare con queste.
testdisk image16.dd
selezionare “proceed” e quinti “non partitioned media”
associare un tipo fat16 ai dati

eseguire un “rebuild del boot sector”

Con l’opzione “list” è possibile vedere tutti i files che sono recuperabili (in grigio) e quelli persi per sempre (in rosso).

Con una sintassi molto fantasiosa (utilizzo di : e C) è possibile copiare i dati in una altra posizione e, finalmente, goderseli.
Una ultima nota: Samsung salva le immagini in formato ljpg, che è un jpg a tutti gli effetti. I video hanno estensione .vu, ma VLC li “digerisce” senza problemi in quanto sono MPEG.

Finalmente posso regalare a questa chiavetta, il riposo eterno che merita!

Samsung EU46 serie 8000

Ieri sera (30 settembre) c’è stato un violento temporale nei dintorni di Polverigi. Improvvisamente c’è stato un fulmine che ha illuminato a giorno tutta la zona. C’è stata una micro interruzione di energia elettrica, che ha spento il televisore e molti altri dispositivi elettrici di casa.
Successivamente a questo episodio, il televisore ha iniziato a comportarsi in modo bizzarro. Si è resettato spesso, faceva spesso delle righe colorate o uno schermo verde.
Immediatamente ho pensato: il fulmine ha fatto saltare qualche componente dell’alimentatore e adesso la CPU va in protezione per via di qualche caduta di tensione.
Preso dalla rabbia e dalla disperazione dei miei famigliari, ho smontato il televisore sul mobile della sala, controllato bene la scheda di alimentazione e … nulla. Tutti gli elettrolitici sono normali, non ci sono segni di scarica o bruciatura. Un po’ disperato ho iniziato a guardare su internet alla ricerca di una soluzione ed ho trovato questo video , in cui un ragazzo spiega perfettamente quello che accade.
Il problema è sistemare il guasto a casa: ho solo un saldatore a gas, con uno stagno a base (penso) di maionese e non ho cavi adeguati. Con un po’ di fantasia, e qualche imprecazione, sono riuscito a fare un ponticello per ripristinare le funzionalità e adesso sembra che tutto funzioni regolarmente.

Connettore lato motherboard
Connettore lato PSU

UCCM – GPSDO la coppia

Finalmente è arrivato il GPSDO che attendevo, come rimpiazzo del buon vecchio Trimble che si è (o è sempre stato) rotto. Un paio di giorni per compiere il trapianto di organo e, finalmente, sulla mia Timing-Desk ho due GPSDO up and running.
Anche questo Samsung è passato subito in stato locked con valori di TFOM stabili ad 1. Si tratta di una unità non propriamente “gemella” dell’altra: il quarzo installato è di dimensioni notevolmente maggiori (sempre marcato Samsung).

Lady Heather per il nuovo Samsung.

La posizione stimata dai due dispositivi è davvero molto “prossima”, visto che usano lo stesso ricevitore GPS (Ublox Lea-6t) e sono nelle stesse condizioni operative:
Samsung 1 (old)
Lat: 43.5866244N Long: 13.5170058E Alt: 226.24
Samsung 2 (new)
Lat: 43.5866200N Long: 13.5170047E Alt: 225.99
Distanza stimata su WG84 di 0.5m, non male.

In modo molto barbaro ho fatto una misura di frequenza, mantenendo il vecchio Samsung (OSM da qui in poi) come riferimento per il counter ed il nuovo come DUT. La misura è incoraggiante.

Misura di frequenza di NSM vs OSM.

Adesso occorre solo aspettare che arrivi il Thunderbolt e qualche accessorio per farlo funzionare:
– amplificatore di distribuzione a 10MHz;
– distributore del segnale GPS a 4 vie (utile anche per una idea futura);
– HUB e convertitori USB-RS232 per il controllo ed il monitoraggio dei sistemi.
Intanto mi godo il monitor!

Portatile UPGRADE!

Da qualche anno sono felice possessore di un laptop DELL Latitude 5491, equipaggiato con un ottimo i7 di ottava generazione. Malgrado il dispositivo nasca già ben “corazzato”, sono riuscito a fare qualche upgrade:
– aumentata la ram a 32GB;
– installazione del secondo HD.
Questo ultimo punto mi è venuto in mente guardando l’interno del portatile e notando che era presente un connettore JSATA1 non popolato.

Connettore JSATA

Cercando in rete ho trovato diverse risorse utili:
pagina del supporto DELL
instructables
thewichitacomputerguy
Ho quindi acquistato il cavetto di collegamento su ebay ad un prezzo ragionevole (13 euro) e deciso che avrei installato un SSD. Leggendo su un forum infatti, ho scoperto che le dimensioni EFFETTIVE di un Samsung EVO 870 sono ridicole. In effetti, una volta aperto il disco SSD (richiede dei cacciaviti TORX pentalobati, come quelli che si usano per smontare i MAC) il circuito è davvero minuscolo e entra perfettamente nello spazio libero presente accanto allo storage originale.
Una volta isolato un po’ il disco (non troppo altrimenti le capacità parassite lo bloccano), lo ho installato e tutto sembra funzionare alla perfezione. Le macchine virtuali sono molto più veloci e reattive, ho recuperato un sacco di spazio sul disco principale e vivo “meglio”.

Disco installato

Alcune criticità:
– il disco scalda, nella zona in cui è installato si sente calore dalla tastiera.
– la batteria dura di meno, un SSD è piuttosto “affamato” di corrente.

GPSDO: finalmente stabile

Quasi una settimana di utilizzo dei due GPSDO, tempo di fare qualche considerazione “a caldo”:
1- L’interfacciamento dei due dispositivi con il calcolatore mi ha fatto penare. Avevo preso un convertitore USB seriale su PCB, ma è risultato “non funzionante”, pertanto ho dovuto optare per la classica “frusta” USB-RS232.
2- Devo modificare il circuito di alimentazione: un solo LM317 è poco e la temperatura che raggiunge il dispositivo è decisamente alta. Meglio usarne due in parallelo e montarli sui dissipatori in alluminio che la scatola prevede, possibilmente uno per lato.
3- Il “trimble” viene “digerito” da Linux senza problemi e Lady Heather ne mostra i (pochi) parametri in modo immediato. Più complesso collegare il Samsung: ho dovuto usare un artificio. Esportare la seriale /dev/ttyUSB1 in rete con ser2net e poi collegare Lady Heater via IP:
ser2net -C 3202:raw:0:/dev/ttyUSB1:57600 -l
sudo ./heather -tz=UTC -ip=192.168.1xx.yy:3202
La mia impressione è che il software e l’hardware non si accordino sulla velocità dell’interfaccia.
4- Il Trimble mostra tutta la sua età: stabilizza poco il PPS e ha un valore di TFOM pari a 4. Considerata l’età è tanto che ancora funzioni bene.
5- Adesso che tutto funziona… vorrei uno splitter GPS a 4 porte ed un ThunderBolt da mettere a sistema, per vedere se le performances che promette (e di cui tutti parlano) sono reali.

Sistema funzionante e settato.

Dallo screenshot si nota come, a parità di antenna, cavo e condizioni “al contorno”, i due sistemi rilevino una posizione leggermente differente:
Trimble:
Latitudine: 43.5866217 N – Longitudine: 13.5170019 E- Altezza: 224.19m
Samsung:
Latitudine: 43.5866175 N – Longitudine: 13.5170086 E- Altezza:223.89m
La differenza di altezza è di 30cm, la distanza è di 71.5 cm. In pratica il Trimble è “in alto a sinistra” rispetto al Samsung.

Immagine del setup completamente operativo

Con l’occasione ho riacceso il counter HP 53131A ed il mio EIP 350, almeno si sono un po’ riscaldati. Mi sono divertito a calcolare la deviazione standard del rapporto tra gli intervalli del segnale PPS. IL conteggio è stato fatto su 10k secondi ed ha mostrato un valore molto interessante: 1.09uS.

Valore della deviazione standard del rapporto tra i periodi PPS.

Notare come sia comparso un altro giocattolo: un vecchissimo counter HP 5315B trovato nello scatolone dei cespiti (monnezza). Lo ho accesso a vita persa ed ha funzionato subito. Sicuramente è possibile rimetterlo in riga ed ho trovato un interessante articolo per dotarlo di un ingresso 10MHz esterno. Ne riparleremo.

GPSDO: finalmente uno screenshot!

Il primo GPSDO, marcato Trimble e modello 57963-08 lo ho acquistato su Ebay nel 2015. Poi è rimasto nel cassetto fino al 2017, anno in cui lo ho alimentato e ho scoperto che senza antenna sul tetto non avrei combinato nulla.
Durante questi anni, ho continuato a leggere la mailing list di “time-nuts“, convincendomi che non avrei mai avuto un oscillatore al Rubidio e quindi era meglio affrettare i lavori del GPSDO. Sono quindi “nati” i due apparati: il primo contiene il vecchio Trimble e l’altro una unità Samsung basata su Ublox Lea-6T.
Nel 2021 sono finalmente riuscito ad installare l’antenna sul tetto del mio ufficio e ieri, dopo ben 6 anni dal primo acquisto, ho accesso il GPSDO collegandolo alla sua antenna. Non nascondo che mi sono emozionato nel constatare che:
– non ha funzionato nulla, la scheda era non raggiungibile (fixed, connettore invertito);
– non c’è stato verso di effettuare un lock ( dopo una interminabile sequenza di comandi, ho dato un SYSTem:PRESet e tutto ha iniziato a filare liscio);
– l’adattatore USB seriale preso su Ebay non funziona (MAx2323 bruciato);

Alla fine, solo questa mattina sono riuscito a collegare le seriali alla nuova WorkStation ed a godermi Lady Heather. Rimangono molte cose da fare:
– monitoraggio nel lungo periodo del funzionamento elettrico;
– ripristino della connessione seriale;
– richiudere i contenitori;
– monitoraggio delle forme d’onda in uscita;
– misure, misure, misure;
– godersi lo spettacolo.

Screenshot in ambiente linux dei sistemi GPSDO in fase di settling.