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Time-Nuttery: facciamo ordine

Ogni tanto è utile fare un po’ di ordine (mentale, sul banco di lavoro proprio non ci riesco) per prendere la rincorsa ed affrontare nuove sfide con maggiore consapevolezza. Il punto è questo: ho parecchia carne al fuoco per migliorare le prestazioni del mio “timelab”. Si tratta di una serie di progetti che vanno nella stessa direzione ma… quale è la meta finale?

Lo scopo del gioco è fare delle misure di ADEV che siano sempre meno affette da rumore e che mi consentano di confrontare tra loro dispositivi piuttosto eterogenei. Ho a disposizione diversa strumentazione (non è il massimo sul mercato ma… è gratis) e devo ottimizzare tutto quello che “gira” intorno agli strumenti. Partiamo dalla base: cosa è la deviazione di Allan? Un articolo di John Ackermann (N8UR) spiega la cosa in modo delizioso e dimostra (se ce e fosse bisogno) che per spiegare bene alcuni concetti, è necessario essersi sporcati le mani ed averci speso molto tempo:
articolo originale
repository github
il mondo “febo.com”

Per fare una misura di ADEV possono essere utilizzati apparati dedicati (spesso estremamente costosi) oppure dei normali frequenzimetri / contatori. In questo caso occorre stare attenti al modo in cui viene effettuata la misura: lavorare in frequenza può essere un problema per via degli algoritmi di averaging che sono implementati internamente ad alcuni frequenzimetri (HP53131/132), e che sono discussi QUI e documentati nella letteratura.

Malgrado il Time Counter non sia il modo migliore per fare questa misura, bisogna accontentarsi, sapendo quali sono i limiti della strumentazione (risoluzione 500ps, che sono 5E-10s) e cercando di lavorare nel tempo, usando cavi di buona qualità. Pertanto è necessario dotarsi di un dispositivo che converta il segnale sinusoidale a 10MHz di uscita da un generatore, in un segnale PPS ( 1 impulso al secondo, 1Hz), in modo da aggiungere meno rumore possibile alla catena.

Ci sono un paio di soluzioni a questo problema, una è quella di acquistare un prodotto “pronto” dal sito TAPR, il TADD-2 mini. Costa una sciocchezza, il funzionamento è comprovato e il form factor è davvero piccolo. Una ottima scelta, peccato che le spese di spedizione sia davvero folli.
Alternativa è quella di andare direttamente all’obbietivo usando un PIC senza troppa elettronica di contorno, come spiegato nella pagina del picDIV. Da notare che il TADD altro non è che i picDIV in un contenitore migliore e con un po’ di elettronica di contorno.
Ultima spiaggia è quella di replicare l’ottimo progetto di Anders Wallin, un metrologo che ha mille interessi e tanti bei progetti. In pratica ha realizzato un TADD aggiungendo uno stadio di alimentazione dignitoso e dei buffer di uscita. Il progetto si chiama PICDIV_Board_V3 ed è un peccato che non sia replicabile 1:1 in quanto alcuni componenti sono out-of-stock. Sto lavorando per crearne una versione reingegnerizzata, più piccola (meno costosa) e con componenti aggiornati.

In ultimo manca un buon oscillatore di riferimento. Ma per questo farò un post dedicato, visto che mi sono attrezzato con un oscillatore al rubidio che non ho ancora avuto modo di accendere (giuro che ne riparleremo).

La destinazione è chiara: misurare decentemente ADEV con il counter. I limiti sono noti (500ps di risoluzione – cavi di segnale non adeguati), gli strumenti che mancano sono in via di approvvigionamento/definizione. Piano piano… arriveranno anche i risultati.

TimeLab – Step 2

Finito di litigare con l’oscillatore Bulova, di cui ho parlato in un precedente articolo, è il momento di pensare a qualche cosa di nuovo. Il problema del Bulova è che, vista l’età, avrà sicuramente subito un po’ di effetti dell’età. Per verificarli mi serve un buon riferimento in frequenza, che sia giovane, stabile sul lungo periodo ed economico.
Con questo ultimo aggettivo, scarto a priori tutto il mondo dei riferimenti al rubidio ed al cesio. Rimane solo una strada: il GPSDO.

Tanti, anzi tantissimi anni fa, ho acquistato un GPSDO Trimble 57693-B, caratterizzato da un oscillatore OCXO della Trimble ed un ricevitore GPS. Qualche informazione su questo GPSDO si trova in questi siti:
Tipok.org.ua
– Febo.com diversi contributi: primo secondo
EEvblog

Avevo provato il GPSDO con una “scrausissima” antenna dalla finestra dell’ufficio, ottenendo un risultato pessimo: non aggancia satelliti. Adesso ho dato una scatola ed una alimentazione stabile al sistema e sono pronto a collegare l’antenna sul tetto, appena mi monteranno un palo per fissarla.

Descrizione dell’oscillatore, da sinistra verso destra.
Trasformatore di alimentazione da 30VA, 2 secondari da 9V in parallelo. La tensione al primario arriva da un filtro di rete. La tensione di secondario passa per un ponte raddrizzatore da 25A e quindi arriva ad un blocco di elettrolitici da 10000uF. Ho messo un resistore da 1Mohm per agevolare la scarica dei condensatori. Il blocco del regolatore è realizzato con un LM317, fissato alla scatola metallica. La tensione di 6V arriva al GPSDO attraverso un fusibile ed un interruttore.
La board è interfacciata verso l’esterno con una seriale e con i cavi coassiali per l’ingresso dell’antenna e le uscite a 10MHz e 1PPS.
Attraverso la seriale è possibile dialogare con il micro per leggere lo stato del sistema ed, eventualmente, interfacciarlo con programmi tipo Lady Hater (e sue successive variazioni).

Qualche considerazione:
– non ho usato un regolatore di tensione a basso rumore in quanto, a bordo della board ne è installato uno “noisy” e non penso che valga la pena di modificare la board ulteriormente;
– la lana sotto alla board è messa non certo per motivi termici, ma per motivi di isolamento dalle vibrazioni;
– per fare un buon isolamento dai disturbi radioelettrici occorrerebbe mettere anche degli schermi interni, che attualmente non posso inserire;
– il case è stato preso su ebay, da un fondo di magazzino ex “Nuova Elettronica”, ha dei bei dissipatori ed è fatto molto bene.

Notare la maestosa qualità e pulizia del pannello frontale:
– presenza di tensione prima del fusibile;
– presenza di tensione sulla board;
– led “activity”, estratto dalla board;
– led “alarm”, estratto dalla board.
– interfaccia seriale DB9.
L’interruttore di alimentazione main è sul pannello posteriore, idem quello di bassa tensione. Tutto quello che è sul pannello posteriore non viene attuato in modo involontario!

Funziona tutto. Manca solo l’antenna (ho chiesto l’installazione più di 2 anni fa…).

Digitale è meglio!

Ho avuto necessità di effettuare il reverse engineering di un protocollo di comunicazione seriale. Si tratta di capire come viene programmato un dispositivo da un microcontrollore. Avevo già fatto una cosa del genere con un vecchio oscilloscopio Tektronix TDS380.

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Purtroppo il dispositivo con il quale ho a che fare adesso, richiede moltissimi bit di configurazione e “non c’entra” nella memoria dell’oscilloscopio. Non volendo impazzire troppo con il trigger ritardato, ho deciso di usare un’altro strumento. Anche per prendere confidenza con il suo utilizzo. Si tratta di un Tektronix MD= 4104-6.

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Si tratta di uno strumentino piuttosto costoso ma ha una memoria interna davvero notevole, 4 canali analogici e 16 digitali che possono essere utilizzati contemporaneamente. Il risultato dell’analisi del protocollo è magnifico:

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Clock e dati in basso, e la finstra scorrevole in alto per potere selezionare la parte di interesse.

Fantastico!