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Cancello per bambini.

Appena il pupo passa dalla fase “baby” alla (tremenda” fase “toddler” si presenta il problema delle scale. Ed il problema è molteplice in quanto a casa nostra le scale hanno una larghezza spropositata: 123cm. Una follia, che, da una parte, mi da sollievo in caso dovessi diventare obeso o non deambulante. Il problema vero è trovare un cancelletto per bambini che sia adattabile a questa larghezza.
Cercando in lungo e largo su Amazon o su siti Cinesi, non si trova nulla che ecceda i 90cm. A quanto pare la larghezza standard delle scale è 80cm (ragionevole, è la larghezza di una porta), e i cancelletti si adattano a questa dimensione. Non si trova NULLA che ecceda i 120cm. Pertanto le strade sono diverse:
– comperare due cancelletti e cercare di adattarli;
– costruire un cancelletto da zero;
Le probabilità di fallimento sono identiche in entrambi i casi, ma nel secondo c’è l’incognita della progettazione, scelta del materiale, mancanza del tavolo da lavoro etc.
Pertanto… si parte!

In famiglia c’è una tradizione di costruttori di cancelli (quelli da campagna, grossi, enormi, pesanti), pertanto qualche nanogrammo di competenza ci deve essere.
Fase 1, la scelta del materiale: scartato il titanio e l’alluminio per ovvi motivi di saldatura, ricorro al legno che, dai tempi di Noè, garantisce ottime possibilità di successo ad un costo accettabile. Pertanto compero (troppe) assicelle di abete (pagandole uno sproposito) ed un certo numero di assi di legno di koto (costosissime, mortacci loro). Parte la progettazione. I punti essenziali sono:
– solido ancoraggio a parete con almeno 3 tasselli da 8mm;
– struttura “triangolare”, perchè il triangolo non si deforma ed il Prof. Frosali ce lo ha spiegato molto bene;
– finitura “materica” (per fare contenta l’amica architetto), colore bianco;
– Incollare e fissare con viti in quanto il “toddler” ha la forza di un lottatore.

Dopo un certo numero di ore di lavoro, un certo numero di imprecazioni e qualche errore, il risultato è appagante. Il cancello è montato da qualche mese, e malgrado venga strapazzato abbondantemente non ha (ancora) fatto una piega.

Vista fronte: notare la teoria delle assi con spaziatura differenziata ma simmetrica.
Struttura posteriore con “triangoli” in modo da minimizzare la deformazione.
Fissaggio a muro con abbondante montante e cardini oversize.