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Samsung EU46 serie 8000

Ieri sera (30 settembre) c’è stato un violento temporale nei dintorni di Polverigi. Improvvisamente c’è stato un fulmine che ha illuminato a giorno tutta la zona. C’è stata una micro interruzione di energia elettrica, che ha spento il televisore e molti altri dispositivi elettrici di casa.
Successivamente a questo episodio, il televisore ha iniziato a comportarsi in modo bizzarro. Si è resettato spesso, faceva spesso delle righe colorate o uno schermo verde.
Immediatamente ho pensato: il fulmine ha fatto saltare qualche componente dell’alimentatore e adesso la CPU va in protezione per via di qualche caduta di tensione.
Preso dalla rabbia e dalla disperazione dei miei famigliari, ho smontato il televisore sul mobile della sala, controllato bene la scheda di alimentazione e … nulla. Tutti gli elettrolitici sono normali, non ci sono segni di scarica o bruciatura. Un po’ disperato ho iniziato a guardare su internet alla ricerca di una soluzione ed ho trovato questo video , in cui un ragazzo spiega perfettamente quello che accade.
Il problema è sistemare il guasto a casa: ho solo un saldatore a gas, con uno stagno a base (penso) di maionese e non ho cavi adeguati. Con un po’ di fantasia, e qualche imprecazione, sono riuscito a fare un ponticello per ripristinare le funzionalità e adesso sembra che tutto funzioni regolarmente.

Connettore lato motherboard
Connettore lato PSU

Home Assistant – Mqtt e sensori custom

Grazie alla segnalazione di alcuni studenti del corso di “Laboratorio ICT per la nautica e la domotica”, mi sono imbattuto in Home Assistant, una piattaforma per la gestione domotica molto gradevole e ben funzionante. In passato ho usato OpenHAB, ho dato una occhiata veloce a Domoticz ma HA mi è piaciuto tanto che lo eletto a base per lo sviluppo di un nuovo progetto.
Ho diversi sensori a casa, volti alla misura della temperatura in alcune stanze “critiche”, delle condizioni meteo e dei consumi elettrici. I dati raccolti da questi sensori (realizzati su base ESP8266), sono trasferiti ad un server collettore usando il metodo POST in HTTP. Sul server ci sono alcuni script PHP che raccolgono i dati, danno una prima “scremata” e li inseriscono in un database MariaDB. La fruizione dei dati avviene attraverso un terrificante sito web interno, che, attraverso delle tabelle, organizza i dati e consente di tracciare dei grafici scegliendo una diversa base dei tempi. Tutto questo “accrocco” funziona in modo decente, non ho mai perso dati, tutto è catalogato ordinato e preciso. Ci sono anche dei difetti: aggiungere delle automazioni è piuttosto complesso, la visualizzazione dei dati è poco “user friendly”, manca una APP per potere gestire tutto comodamente da SmartPhone.

Una volta conosciuto HA, ho deciso di migrare (piano piano) i dati su questa piattaforma, facendo in modo che il sistema riconosca quanto già presente in rete, ed integrando a mano tutto il resto.
Il primo step è stato installare HA in modalità completa (Home Assistant Operating System) come macchina virtuale nel server di casa. Operazione davvero banale, grazie all’uso di libvirt ed al fatto che ho già altre VM per il monitoraggio della rete dati. La piattaforma è risultata subito perfettamente funzionante ed ha “riconosciuto” alcuni dispositivi come il mio smartphone e la TV. Per integrare altri dispositivi ho seguito due strade:
– uso dei plugin custom presenti nella community di HA o su GItHUB;
– uso “massivo” di MQTT.
La prima via, ha risolto il problema dell’integrazione dello split Daikin (che mi ha fatto penare davvero tanto) e dei router MikroTik. Con la seconda strada ho “sistemato” i sensori custom, senza la necessità di doverli riprogrammare.

Ho quindi installato il broker mqtt usando “mosquitto”, in ambiente linux e modificato lo script PHP che processa i dati in ingresso al server. Questo è stato arricchito da una riga che, sfruttando mosquitto_pub, consente di pubblicare su un canale i dati ricevuti e metterli quindi a disposizione di tutti gli oggetti mqtt.
exec("mosquitto_pub -h localhost -p 1883 -t '/csensors/".escapeshellarg($name)."/temp"."'"." -m ".escapeshellarg($json_string_temp));

exec("mosquitto_pub -h localhost -p 1883 -t '/csensors/".escapeshellarg($name)."/humi"."'"." -m ".escapeshellarg($json_string_humi));

Queste due righe di codice consentono di replicare i dati di temperatura ed umidità ricevuti dai sensori remoti sul sistema MQTT.
La verifica del funzionamento è semplice, basta usare
mosquitto_sub -h localhost -p 1883 -t '#' -v
per mettersi in ascolto su tutti i canali e verificare il corretto scambio di messaggi:
/csensors/xxxx01/temp {"sensore"="xxxx01","value"="24.20"}
/csensors/xxxx01/humi {"sensore"="xxxx01","value"="49.00"}
/csensors/yyyy01/temp {"sensore"="yyyy01","value"="33.00"}
/csensors/yyyy01/humi {"sensore"="yyyy01","value"="31.50"}
/csensors/xxxx01/temp {"sensore"="xxxx01","value"="24.20"}
/csensors/xxxx01/humi {"sensore"="xxxx01","value"="49.00"}


Una volta che i dati sono disponibili sul sistema MQTT, occorre istruire HA per poterli leggere ed elaborare. Per questa operazione è necessario modificare la configurazione del sistema. Io mi sono trovato molto bene con il componente aggiuntivo “Studio Code Server“, che avevo già usato per integrare il NAS e modificare la configurazione dell’oggetto TV.

Ogni dispositivo MQTT deve essere creato appositamente, istruendo HA sul canale da sottoscrivere, il valore da leggere ed i suoi attributi. Il file ha sintassi YAML e particolare cura deve essere prestata alla indentazione.
mqtt:
sensor:
- name: "Temperatura yyyy"
state_topic: "/csensors/yyyy01/temp"
unit_of_measurement: "°C"
device_class: "temperature"
- name: "Umidita yyyy"
state_topic: "/csensors/yyyy01/humi"
unit_of_measurement: "%"
device_class: "humidity"


Terminata la redazione del file di configurazione è necessario riavviare HA per fare in modo che i dispositivi vengano integrati nelle “entità”. A questo punto è immediato aggiungerli ad uno dei tanti pannelli di controllo e visualizzazione che si possono creare.

Non ci ho capito un tubo

Situazione: bagno cieco, con sfogo dell’aria in giardino. Dopo i lavori di ristrutturazione del bagno, c’è stata la necessità di “prolungare” il tubo esistente (diametro 10cm), per spostare verso il basso il punto di adduzione dell’aria. Per realizzare la prolunga, ho preso un pezzo di tubo da 80 e lo ho infilato nel tubo esistente. Commettendo un grossolano “errore da cojone”. Il tubo di sezione minore ha “ostruito” quello di sezione maggiore, per la presenza di una “curva” ed il risultato è stato che nel bagno, abbiamo creato una serra.
Nella serra, lungi dal crescere piantine, l’umidità ha fatto in modo che la parete “fredda” producesse tanto salnitro da staccare la pittura.

Disperato dalla situazione, ho deciso di cambiare aeratore, installandone uno molto potente della Vortice. Si tratta del modello “CA WE D HABITAT 100 ES“, un ventilatore centrifugo da condotto, per installazione esterna. Prodotto davvero costoso ma fatto molto bene, con un motore potente e silenzioso accreditato da una portata minima di 80 m3/h e massima di 265m3/h. Per installarlo bastano 10 minuti, è davvero un gioco da ragazzi. Solo che dopo 2 ore che lo avevo montato sono “emerse” alcune richieste:

  • Il ventilatore deve essere temporizzato come il precedente;
  • Quando si spegne la luce del bagno, il ventilatore deve andare alla velocità massima;
  • Dopo le 22.30, la velocità massima deve essere inibita.

Andiamo per gradi. Il ventilatore prevede una morsettiera con “fase, neutro, max”, ove l’ultimo terminale deve essere connesso alla fase per mandare il motore alla velocità massima.


Per realizzare la temporizzazione, ho acquistato su Amazon, un temporizzatore CS3-1B, ovvero un piccolo relè a stato solido, con due trimmer per regolare lil ritardo di attivazione e la durata dell’alimentazione del carico. Prevede l’ingresso della “fase neutro” e di una fase interrotta che è il “segnale” che regola l’alimentazzione del carico e, allo spegnimento della luce, fa partire il timer che regola il ritardo di spegnimento del carico. E’ una unità piccolissima, che si può mettere anche dentro una 503. Il primo problema è risolto.
Allo spegnimento della luce del bagno, la velocità deve essere massima. Questo lo ho risolto con un relè con bobina a 220V. Il morsetto di attivazione della velocità massima è collegato sulla uscita del relè temporizzato attraverso il contatto “normalmente chiuso” del relè. Alla accensione della luce del bagno, il relè si “apre” e la ventola gira alla velocità minima. Allo spegnimento del relè, il contatto si chiude (NC) e la ventola commuta al massimo.
Per gestire la temporizzazione notturna, ho acquistato (sempre su Amazon) un timer meccanico su DIN, che ho inserito in “serie” all’uscita del contatto del relè. In questo modo, dopo le 22.30, anche se è presente tensione sul piedino di doppia velocità, il timer ha il contatto aperto e questa funzione è inibita.

Le specifiche sono state tutte rispettate, il cliente (mia moglie) è contento ma nella parte superiore della ventola c’è un certo affollamento… Adesso non rimane che aspettare che la parete si asciughi e poi ritinteggiare tutto.

Irrigazione a “goccia”

Stanco di vedere soccombere le piante in terrazzo ai rigori dell’estate, ed ancora più stanco di passare 20 minuti ogni sera ad annaffiare il giardino mi sono deciso: impianto di irrigazione automatica!

Si parte con il terrazzo, obbiettivo è quello di fornire acqua a 9 fioriere in plastica nelle quali sono adagiate 18 piante. Piccola consultazione del sito Claber, poi un viaggio da Maxi Garden ed una chiacchierata con il personale (competente, gentile, disponibile) e torno a casa con il primo kit:

Circa 3 ore di lavoro per forare il mobile del terrazzo, fissare il tubo al muro, realizzare gli attacchi dei tubetti capillari e montare i gocciolatori. Almeno un’altra ora è servita per ottimizzare l’impianto e tarare tutto il sistema. Ho previsto due cose utili:

  • un rubinetto di svuotamento in corrispondenza della piletta di scarico del terrazzo –
    Claber 91280;
  • un rubinetto sezionatore tra la parte soleggiata del terrazzo e quella in ombra –
    Claber 91280;

vista del tubo collettore da 16mm

particolare del gocciolatore

gocciolatore

scarico dell’impianto

sezionatore

In giardino ho una aiuola  a forma di U rovesciata, discretamente estesa. Non potendo contare sulla sola micro irrigazione (la siepe chiede parecchia acqua), ho realizzato un sistema misto. Il lavoro ha richiesto circa 4 ore.

centralina e sdoppiatore

tubo gocciolante

micro irrigatore

gocciolatori

il sistema in azione

Sarà che quest’anno sembra di avere i monsoni, ma le piante sono davvero in splendida forma!

Lavori e sensori

In soffitta è presente un sensore BME280 che monitòra temperatura, umidità e pressione. Fino ad oggi ha fornito dati molto interessanti, che mi hanno fatto capire come il sottotetto della mia abitazione sia davvero coibentato in modo “povero”.

Nella speranza di migliorare il comfort termico di casa, ho iniziato dei lavori di coibentazione, utilizzando polisterene estruso da 50mm (LAPE XDUR 300W). I pannelli li incollo con Mapetherm Ar1 gg del quale sono riuscito a capire la corretta miscelazione solo ieri (dopo 25kg). Una volta incollati i pannelli, applico un sottile strato di Rasacote 5, la rete e quindi nuovamente l’intonaco. Questo è a base gesso e rilascia tantissima acqua. Tutta questa acqua satura il sottotetto, come evidenziato dall’andamento di temperatura ed umidità.

Il calo drastico dell’umidità nel grafico è dato dalla apertura della finestra, che ha fatto “defluire” l’aria calda ed umida presente nell’ambiente. Spero di finire in fretta i lavori per potere avere un riscontro sul “caldo” nel sottotetto.

Ammazza che freddo

Malgrado la stazione meteo sia ancora fuori uso, ho raccolto i dati del sensore in soffitta.

Alcune note:

  • 24 febbraio – sabato caldo con venti da sud;
  • 25 febbraio – domenica con notevole peggioramento del tempo;
  • 26 febbraio – prime nevicate;
  • 27 febbraio – forte neve, ormai sul tetto ce ne sono almeno 30 cm;
  • 02 marzo – rialzo termico

La temperatura di 8 gradi in soffitta è indice di due cose:

  • la coibentazione del tetto è piuttosto fiacca (e questo lo sapevo);
  • il “tappo” sulle scale della soffitta funziona bene.

Anche l’umidità è pressochè costante.