Archivio mensile:Dicembre 2018

Linux: ciclo for su nomi con spazi

Mi è successo di dovere eseguire delle operazioni su una lunga serie di files contenuti in una directory condivisa con samba. Per semplificarmi la vita (ricordo che non sono un programmatore…) ho deciso di popolare un array con il path dei files e di scorrerlo per eseguire le operazioni su di essi.

I primi problemi sono nati in fase di parsing dei nomi dei files: se sono presenti degli spazi samba li esporta inserendo i nomi tra “apici singoli”. Inoltre, quando il nome viene processato, ogni sezione del nome tra due spazi è considerata come un elemento dell’array.

Ho trovato delle indicazioni piuttosto interessanti su questo sito: si parla di ridefinizione del Internal field separator ($IFS). Si tratta di una variabile di sistema che definisce il carattere o i caratteri che sono utilizzati per separare una stringa in sottostringhe. Tipicamente è impostato come “spazio” o “tab” o “newline”. In ambiente Linux è impostato a “spazio”. Ridefinire questa variabile consente di istruire il sistema a non considerare lo spazio come separatore. 

Una volta che la variabile è stata ridefinita, lo spazio non è un separatore ed i nomi files non vengono “spezzettati” in tanti frammenti. Importante ricordare che la variabile deve essere reimpostata al valore originale prima che lo script termini.

SAVEIFS=$IFS
IFS=$(echo -en “\n\b”)
for i in `ls -ld $MOUNT_POINT1/* | awk ‘{ print substr($0, index($0,$9)) }’ `
do
ARRAY_FOLDER[ARRAY_INDEX_FOLDER]=$i
ARRAY_INDEX_FOLDER=$[ $ARRAY_INDEX_FOLDER+1]
done
IFS=$SAVEIFS

Le nuove gomme invernali

Primo mese di utilizzo delle nuove gomme invernali che hanno rimpiazzato le Kuhmo. La preferenza è andata alle Matador MP92 Sibir Snow che mi sono state consigliate dal mio gommistsa di fiducia: Gommauto di Paolucci.

Avevo montato in passato le Matador invernali su una Fiat 600 ed ero rimasto positivamente impressionato dalla loro trazione sulla neve fresca. Ad un mese dal loro montaggio sul Jimny sono davvero contento della scelta. Il Jimny è una macchina notoriamente difficile da tenere in strada: trazione posteriore, motore che spinge quando entra in coppia, retrotreno molto leggero. Questi pregi si traducono in sottosterzo in ingresso curva e sovrasterzo in uscita, con frequenti scodate e qualche testacoda.

Le Sibir si stanno comportando benissimo sul bagnato, sono davvero sorpreso della loro capacità di aderenza e resistenza all’acquaplaning. In questi giorni di pioggia, non mi hanno mai messo in difficoltà ed il loro comportamento è sempre prevedibile. Sull’asciutto si sente un po’ la morbidezza della carcassa, con un po’ di incertezza nell’ingresso curva. Rispetto alle vecchie gomme, un altro pianeta. Vediamo come si comporteranno sul lungo periodo!

Vista dello pneumatico. Percorsi meno di 1000km

I regali… quelli belli!

Un amico che lavora nel campo della radiotecnica professionale mi ha omaggiato di alcuni fondi di magazzino. Ben conoscendomi mi ha detto: “io devo pulire il magazzino, ho trovato delle cose che ti possono piacere…”:
Bingo!!

La famiglia al completo, pronta per il set fotografico.

Da sinistra verso destra:
4CX5000A – 3CX3000A7 – YC-236+EI

  • 4CX5000A
  • Tetrodo di potenza raffreddato ad aria;
  • Massima frequenza 110MHz;
  • Potenza 10kW;
  • 3CX3000A7
  • Triodo di potenza raffreddato ad aria;
  • Massima frequenza 110MHz;
  • Potenza di uscita 5.5kW in classe C;
  • YC-236
  • Triodo di potenza raffreddato ad aria;
  • Massima frequenza di uscita 250MHz;
  • Potenza di uscita 2kW;

I data sheet possono essere scaricati da questi link:

Un disco nuovo… quasi

Nel 2015 ho acquistato un bellissimo NAS della QNAP che monta dei dischi WDC fabbricati nel gennaio 2015. Non ho MAI avuto un problema sui dischi, tutto lo S.M.A.R.T. è a posto, non ci sono errori o cali di prestazioni.

Visto che la capacità del sistema è agli sgoccioli e che i dischi hanno “girato” per 3 anni, ho deciso di rimpiazzare le unità. La strategia prevede di acquistare un disco ogni 4-6 mesi, in modo che non siano perfettamente coevi.

Ordino il disco su Amazon, da un venditore del quale non farò il nome. Arriva l’unità perfettamente imballata. La monto, faccio il rebuild dell’array e tutto va bene.

Oggi mi arriva una mail minacciosa del NAS: il disco nell’unità 1 ha un valore smart non corretto e viene marcato come anomalo. Si tratta proprio del disco “nuovo”. Poco male, impreco una buona 40ina di minuti, avvio la procedura di reso sul sito e metto il disco vecchio che (intelligentemente) avevo conservato nel cassetto.

Il disco che mi hanno venduto… è vecchio (più vecchio di quelli che ho installato).

Mai più hard disk tramite Amazon: si va in negozio e si contratta!