Archivio mensile:Agosto 2015

Eagle, creare una board da una jpg!

Qualche tempo addietro un amico mi ha riportato la esigenza di riprodurre dei vecchi stampati utilizzati per un progetto datato. Di questi è presento solo qualche fotocopia dei layout originali, nassuno schematico. Mi sono attivato per vedere se si riuscisse a creare qualche cosa con Eagle, partendo da una scansione del foglio con il layout.

Il primo step è quello di scansire l’immagine, sperando che sia stata stampata in scala 1:1. Nell’eseguire la scansione annotare da una parte il valore del DPI utilizzato e eseguire lo scan in bianco e nero, a due colori. L’immagine deve essere salvata come BMP e ritagliata in modo da includere solo la parte di interesse.

Fatto questo è possibile importare l’immagine in una board Eagle, utilizzando File->Import->Bitmap.

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Prima dell’importazione Eagle chiede quali siano, tra i tanti rilevati, i colori da prendere in considerazione. Selezionare il bianco ed il nero.

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Fatto questo si apre una finestra nella quale dobbiamo mettere il fattore di scala. Se l’immagine scansita era stata stampata 1:1 e sappiamo la risoluzione di scansione è meglio affidarsi al DPI.

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Se ci sono dubbi sulla effettiva scala usata nella stampa dell’originale occorre procedere per… tentativi. In un caso ho proceduto in questo modo:

  • identificare un componente dello stampato con un footprint noto (TO92, DIP16);
  • importare la scansione impostando il DPI pari a quello della acquisizione;
  • confrontare il footprint noto con quello della libreria;
  • se non coincidono alla perfezione, cambiare DPI e reimportare l’immagine.
  • procedere fino a che il match non è perfetto.

Una volta che abbiamo l’immagine è necessario creare i fori di montaggio e le piste. Come primo passo si posizionano i fori.

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Quindi si collegano tra loro con il “signal” e poi si effettua un manual-routing dei segnali.

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Le zone più ampie possono essere coperte da poligoni, avendo l’accortezza di deselezionare il thermal e impostare isolate al minimo (non a zero).

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Dopo qualche ora di lavoro (svariate), il risultato è dignitoso.

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Buon lavoro. Sono sicuro che quando farete un progetto, la prima cosa che salverete sarà lo schematico!

 

 

I 5 passi

Un’altra escursione tipica delle mie gite in montagna: i 5 passi del Trentino Alto Adige Est. Si parte da Bolzano, percorrendo la Val D’Ega e poi il passo Costalunga. Si sfila accando al lago di Carezza (troppe macchine, moto e persone) fino a raggiungere la Valle di Fassa. A questo punto è necessaria una piccola divagazione per raggiungere i piedi del ghiacciaio della Marmolada e fare una foto accanto al cartello del Passo Fedaia.

Tornati indietro sui propri passi si percorre il passo Pordoi, il Campolongo e quindi il Gardena. Sosta a Selva di Valgardena e rientro da Bolzano.

Alcuni commenti:

  • troppo, troppo, troppo traffico. Soprattutto di persone che non sono abituate alla guida in montagna e voglio salire sul Pordoi a 35km/h. O scendere solo di freni a 40km/h. State a casa.
  • Brutto spettacolo quello offerto da 3 turisti austriaci a bordo di macchine supersportive. Hanno percorso i passi lasciando lunghe sgommate in ogni dove e si sono prodigati in sorpassi ai limiti della decenza. Fate i buzzurri a casa vostra, ne abbiamo tanti dei nostri.
  • Ci si abitua molto facilmente alle temperature dei passi: sempre tra i 20 e 25 gradi. Quando siamo scesi a Bolzano ne abbiamo trovati 38. Abbiamo rischiato l’infarto.

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Notare la media in movimento, comprensiva del tratto autostradale Bolzano, Mezzocorona. Da fare venire i brividi!

La Vacca Nonesa

Nulla a che fare con l’ovino del Trentino. Si tratta di una ferrovia della quale si possono avere informazioni tramite WikiPedia. Approfittando del giorno di pioggia, abbiamo aprofittato del simpativo mezzo di locomozione per raggiugere Trento.

Immancabile ho effettuato il tracking del percorso con il GPS. Il risultato è interessante:

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Il simpatico trenino si muove ad una media ciclistica, ma affronta salite di tutto rispetto e si snoda sonnacchioso nella Val di Non ed in Val di Sole. Ideale per un turista che voglia osservare il torrente Noce fino a valle. Qualche volta la velocità è fin troppo limitata, ma per una gitarella va bene!

Dolomiti!

I miei 4 passi: Palade, Stelvio, Gavia e Tonale. Sono una manciata di kilometri, non oltre i 300. Però ci vuole una giornata per farli, tanto è bassa la velocità media possibile. Il percorso che abbiamo seguito è questo (manca la prima parte in quanto mi ero scordato di attivare il tracker).

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La salita sul passo Palade è facile e bella. La strada è ampia ma non particolarmente panoramica. Diverso nella salita sullo Stelvio. Abbiamo messo alla frusta il Ktm cercando di salire con una buona media. Peccato che verso la fine della salita, per cause ancora da determinare, abbia iniziato a perdere potenza. Come se mancasse la benzina: strattoni e pochissima potenza, tanto che sono salito con un filo di gas in prima. Piuttosto preoccupati abbiamo pranzato e, alla ripartenza, tutto passato. Vai a capire che cavolo era successo…

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Il passo Gavia è sempre una emozione grandissima. Strada minuscola, rovinata, stretta, difficile. Arrivati in cima è tutto dimenticato, panorama mozzafiato, arietta frizzantina e il ghiacciaio sopra la testa. Magnifico.

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La discesa è sempre emozionante. Nella parte iniziare è difficile raggiungere i 40km/h, visto che la strada è troppo stretta anche per due moto!

Per curiosità ho effettuato il tracking della gita con Google MyTracks:

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Siete appassionati di montagna e di moto? Allora fate questo giro!