Archivio mensile:Luglio 2015

GoPro

Estate. Tempo di moto. Moto. Tempo di GoPro.

Ultimamente mi sto divertendo molto con la GoPro, penso che il merito sia anche del NAS, nel quale posso archiviare tutte le schifezze che riprendo. Una delle ultime produzioni video riguarda un esperimento in notturna: Sirolo -> Ancona (il monte) alla sola luce del faro del Kappone. Le riprese sono notevolmente rumorose, ma interessanti. Per gli amanti della tecnologia, si tratta di una GoPro Hero3.

Estate, tempo di…

Potrei anche chiudere qui la frase: Estate=tempo.

Negli ultimi giorni ho avuto finalmente il tempo di giocare un po’ con una cella di Peltier. Avevo acquistato il componente in inverno, in modo da preparare un minifrigo per l’estate. Il tempo è tiranno e solo negli ultimi due giorni ci ho messo le mani.

Premessa. Da qualche tempo utilizzo, per bere, una borraccia in alluminio della Scout Tech, in modo da non avere sempre tra i piedi le bottiglie di plastica. L’idea che mi è venuta è questa: se appoggio la borraccia sulla cella di Peltier, riesco a mantenere l’acqua fresca durante tutto il periodo lavorativo.

Mi sono messo all’opera, con una cella da 60W (se ricordo bene). L’ho installata su un dissipatore e ho dato tensione.

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Il lato freddo è correttamente freddo ma quello caldo arde! Sono quindi nati tre giorni di prove alla ricerca del dissipatore migliore (recuperato poi in un armadio di ciarpame), dell’alimentare migliore (ex-pc del 2003) e di qualche ventola per raffreddare il dissipatore (ex alimentatore).

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Ne è nato un “accrocco” davvero inguardabile ma perfettamente funzionante. Adesso voglio però migliorare alcuni aspetti: Dissipatore più grade, alimentatore migliore e cella più potente. il tutto spendendo il giusto (20 euro).

Buon divertimento!

EXPO 2015

Un brevissimo resoconto della mia esperienza EXPO2015.

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Per chi viene da un paese vestito da città l’arrivo ad EXPO è già fonte di emozioni. Le dimensioni sono fuori scala. Abituati al grande supermercato con 32 casse, avere davanti agli occhi più di 50 gate di ingresso è già scioccante. Dopo i controlli di sicurezza si arriva al “decumano”, la via principale della fiera. Lunghissima, non si vede la fine. Larghissima che ci vuole tempo per attraversarla. E tutto intorno i padiglioni tematici e delle varie nazioni. Immensi, curatissimi nei dettagli maniacali, con delle soluzioni davvero avveneristiche per il design o l’ingegneria.

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I percorsi tematici sono davvero interessanti. In particolare mi ha colpito quello relativo al “riso”. Si parla di riso attraversando i paesi che ne sono maggiori produttori a livello mondiale, potendo annuasare i profumi della loro cucina, ammiare la produzione del loro artigianato o rimanere basiti di fronte alla loro musica e danza tradizionale. Intanto cartelloni tematici, video ed opuscoli ricordano che EXPO non è una sagra. E’ un percorso culturale, di formazione personale, di crescita e come tale andrebbe affrontato. Peccato che non sia sempre così. Le informazioni scientifiche ed economiche ci sono, ma spesso sono stato distratto dalla architettura e da aspetti più facilmente fruibili di un poster. Colpa della stanchezza, del clima di festa e della gola.

Davvero è una bella impressione vedere tante persone di etnie diverse in uno spazio così piccolo (rispetto alla superficie terrestre), e potere viaggiare come saltimanchi impazziti da un continente all’altro, da una informazione alla successiva ed apprendere che in Iran si producono tantissime spezie e the (e ci sono bevande buonissime), che in Qatar si importa il 94% del cibo, ma si sta lavorando moltissimo per migliorare la tecnologia agrolimentare. O che in Cina ci sono delle tradizioni antichissime anche rispetto alla storia europea (coltivazione del riso o del the). O anche che in Laos preparano delle insalate piccantissime (ho pianto per quasi 5 minuti) ed i piatti principali (così come in Vietnam) sono a base di RISO!

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Si rimane colpiti di fronte alla magnificenza di alcuni padiglioni: quello Israeliano con le coltivazioni a “parete”, quello Tedesco che ha un design davvero imperdibile, quello Brasiliano che consente di volare sulla foresta e sulle teste delle persone (donne con le gonne, attenzione, da sotto lo “spettacolo” è garantito!). La fortuna è stata anche quella di trovare le celebrazioni della comunità Giapponese, con tanto di sfilate, dimostrazioni e tanto folklore.

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Molto suggestivo il campo di spighe di grano allo stand Cinese. Vale la visita!

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L’albero della vita è immenso, bellissimo. Tutto ha un fascino molto magico ma induce anche a qualche riflessione. Quanto è costato tutto questo? Che fine faranno i praticelli ebosi e le strutture una volta finito tutto? Il padiglione del  Giappone o quello del Marocco saranno smontati e portati via? O rimarranno ad imperitura memoria di soldi che dovevano essere spesi meglio?

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Andateci, ma non riempitevi solo la panza (i prezzi non sono popolari, l’acqua in bottiglia si paga anche 2 euro, ma si sono i distributori gratis!), ma anche gli occhi. Stringete le mani alle persone, parlateci, leggete i poster ed i disegni dei bambini. Quella è la vera ricchezza dell’EXPO: le persone!