Archivio mensile:Maggio 2015

Il terzo incomodo.

Ad ogni matrimonio a cui prendo parte si ripete, tragica, la presenza del terzo incomodo. Non te ne accorgi subito, mescolato come è tra la folla e i parenti festanti. Poi, ad un certo punto, scatta come un crotalo affamato e inizia la sua opera di distruzione.

Si tratta del parente fotografo, quello che devi invitare per forza e che si presenta con la sua Nikon o Canon a tracolla e non la lascia un attimo. Scatta rigorosamente in modalità AUTO, tenendo la macchina fotografica come un binocolo da caccia. Scatta (quasi sempre con il flash), guarda la foto sul display e poi mostra agli interessati la sua prodezza creativa.

Ha una caratteristica che lo mette al primo posto tra le “figure” che odio: la sua innata capacità di mettersi esattamente di fronte ai fotografi ufficiali. A volte si ha l’impressione che possa essere in due posti contemporaneamente. Tu sei li con la sposa e il padre nel mirino pronto a scattare, uno sguardo rapido all’esposimetro, il fuoco è a posto e compare lui. Un attimo prima del click. E te lo trovi con la sua testa tra quella degli sposi, con il suo flash che rovina la tua luce.

E butti via foto. Fino a quando lo redarguisci in modo simpatico (qualche simpatica “sportellata” con lo zaino pieno di obbiettivi),  in modo più deciso (ti metti sempre davanti a lui a fare le foto) o in modo duro (“si toglie da davanti, per cortesia?”). Ma tutto dura poco. Dopo alcuni secondi te lo ritrovi accanto al tuo gomito, nel tuo zaino con il suo “oh scusa…”.

Almeno evitasse di vestirsi in modo sgargiante.

Il panino!

Questa sera ho mangiato un panino in autostrada, mentre guidavo. Ok, nulla di eccezionale.
Non prenderò il Nobel per questo. Eppure quel panino aveva un sapore speciale. Aveva il sapore dei tanti viaggi, fatti negli anni per raggiungere i Nonni nel Lazio. Viaggi fatti di partenze
“intelligenti” la sera tardi, per non trovare troppo traffico ed evitare il caldo. Viaggi di
finestrini aperti, di “carrello appendice”, senza troppi comfort. Con la radio fissa su “onda verde” ed il CB sul canale 5, per sentire i camionisti. Erano bei viaggi che ci vedevano tutti e tre in quello spazio minuscolo di statio-wagon, ad inventare storie e parlare per ingannare i 605km, per tenere sveglio papà. Ed i panini erano il pasto d’ordinanza, incartati nel tovagliolo e nella
stagnola, preparati per tempo da mamma (per l’andata) o da nonna (per il ritorno). Ed ogni morso erano km sotto le ruote, cartelli che si inseguivano: Modena, Sasso Marconi, Firenze, Fabro… Ed il mondo finiva li, noi tre, con il gatto, dentro quella scatola di metallo lanciata a 110km/h  in autostrada, tra la A22 e la A1. Non serviva altro. E quanti km sotto quelle ruote, due volte l’anno in estate con il sole che sembrava non tramontare mai, ed in inverno, con l’incognita della neve e del “tratto appenninico”. Quante emozioni e quanti bei ricordi di bambino. E questa sera quei panini avevano proprio lo stesso sapore, la stesse emozioni di
allora. Solo che ero io alla guida. In fondo non è cambiato nulla. Sempre stagnola, sempre
tovagliolo, sempre autostrada ed il piccolo mondo di metallo che si muove sopra il nastro di asfalto, sempre verso sud.

KeySight

Puntuale come l’affito anche quest’anno è arrivata la possibilità di partecipare ad un seminario della KeySight  (altro non è che la divisione strumenti, misura ed elettronica della buona vecchia Agilent). Stavolta il seminario si è tenuto al Museo Della Scienza e Tecnologia a Milano con argomento riguardante i sistemi di misura ad RF e microonde.

I contenuti del seminario sono sempre di altissimo livello, quest’anno impreziositi dalla presenza di un intervento dal taglio accademico del Dott. Mario Caironi (IIT) e relativo alle possibilità offerte dai materiali organici per la realizzazione di circuiti stampati e componenti elettronici (CMOS). Si trova qualche informazione qui e qui.

Dal punto di vista della strumentazione sono rimasto molto colpito dal nuovo analizzatore di spettro della serie UXA, con uno schermo grosso come un televisore e touch. Magnifico davvero, soprattutto per le innovazioni che introduce: nuovo funzionamento del sistema di sweep, che adesso compensa automaticamente la distorsione introdotta dal filtro RBW in modo da minimizzare sempre il tempo di scansione. Nuovi anche i mixer esterni, adesso USB-powered e con un solo cavo di collegamento allo strumento. Nuove le funzioni di low noise, con baypass di alcuni stadi per ottimizzare il rumore alla ricerca dei segnali con più basso S/N. Soprattutto nuovo l’oscillatore: tutto in tecnologia DDS funzionante a più di 14 bit su un range vastissimo (7.4GS). Interessante la possibilità di lavorare con la FFT a blocchi di 510MHz.

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Impressionante è anche la parata di apparati che è stata messa in opera per dimostrare le potenzialità di generazione di segnali arbitrari. Alla base di tutto c’è il M9505A mainframe con cassetto M8190A. Si tratta di una unità in grado di generare un segnale in banda base con 12.5 GS/s asservito ad un calcolatore sul quale gira MatLab Il segnale viene dato in pasto ad un generatore modulabile (Vectro Signal Generator – E8267D)  che agisce da Upconverter fino a 44GHz. Il segnale modulato viene ricevuto da un analizzatore di spettro della famiglia PXA, il modello N9030A. Il segnale viene prelevato dalla IF ed inviato ad un Oscilloscopio della serie Infiinium (MSO-S 804A) che lo demodula in tempo reale in modo vettoriale. Impressionante vedere sullo schermo dell’oscilloscopio 6 sottosezioni in cui erano mostrati lo spettro in banda base, i simboli, il MER e tante altre informazioni. Ipnotico.

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Nel vedere il FieldFox mi si è slogata la mascella. Si tratta di un analizzatore portatile molto compatto e dal peso di 2kg. L’oggetto funziona come VNA (si… vettoriale) a due porte, TDR, Analizzatore di spettro con tracking generator e voltmentro selettivo. Il tutto fino a 26.5GHz in scioltezza. Il prezzo è di quelli che “fanno male” ma pensare che in uno strumento solo ci sia così tanta possibilità di misura è davvero imbarazzante. In pratica si potrebbe comperare solo quello per avere un mostriciattolo in grado di rimpiazzare la maggiore parte degli strumenti del laboratorio. Purtroppo no foto. L’emozione era troppa.

Appena entrato in sala faceva bella mostra di se un oscilloscopio digitale di quelli “TOP”, che visualizzava un segnale con una risoluzione temporale nell’ordine di 1ns (era un modello con 25GHz di banda). Il sistema era in demo per mostrare come sia possibile, attraverso opportuni algoritmi, compensare il comportamento dei cavi e dei connettori sia in ampiezza che in fase in modo da minizzare gli errori di misura e l’incertezza nella misura della ISI e del Jitter. In pratica i furbastri hanno integrato nell’oscilloscopio un generatore in grado di emettere un gradino estremamente ripido (<13ps) che eccita quindi uno spettro molto alto. Questo segnale viene immesso nel cavo da caratterizzare e consente di ricavare la funzione di trasferimento del sistema che verrà poi compensata attraverso FPGA. Non fa i miracoli, per caratterizzare a pieno una linea è sempre il VNA lo strumento vincente, ma in tutte quelle situazioni in cui il VNA non c’è o non è possibile usarlo… è possibile metterci una pezza molto efficace.

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Ultimo, ma non per importanza, il sistema di analisi della potenza per sistemi in corrente continua modello N6705B. Si tratta di un dispositivo modulare che può lavorare come source o sink di tensione e corrente continua ed è in grado di caratterizzare a pieno un dispositivo misurandone il consumo in potenza o in energia nel tempo. La cosa molto interessante di questo sistema è nella possibilita, attraveso un opportuno software, di potere effettuare il calcolo dell’energia fornita al sistema utilizzando una comoda piattaforma grafica. Costa un patrimonio, ma sarebbe davvero utile per i progetti che stiamo portando avanti.

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E’ tutto. Per questa volta.

Una giornata in… treno.

Dopo l’esperienza di Modena e del Molise, ci sto prendendo gusto all’uso del treno. Sia chiaro che rimango scettico sull’uso dei mezzi pubblici ma ho collezionato un paio di esperienze positive ed è giusto dare loro spazio.

Oggi sono andato a Milano per un interessante evento (tra poco arriva il post!) ed ho deciso di andare in treno. Ho scartato a priori la moto per evitare di morire di noia e perchè non mi sento pronto per il traffico milanese.

Detto fatto, partenza da casa alle 4.20 a piedi, raggiunta la stazione FS e via con il Frecciabianca verso Bologna. Ho lasciato che “MyTracks” registrasse tutto il mio percorso, volevo giocare un po’ con le velocità dei treni. Da Bologna ho preso sua maestà “FrecciaRossa” fino a Milano. La stazione “Alta Velocità” di Bologna è uno spettacolo. Sotterranea, curata, quasi un altro mondo.

Prima volta per me sul FrecciaRossa. Sembra un aereo, anche se la pressurizzazione non è che sia poi perfetta e quando si attraversano i tunnel le orecchie fanno male. Malgrado questo MyTracks ha fatto il suo lavoro e ho dei bei grafici da postare.

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Il trittico qui sopra mostra il percorso che ho fatto. Nella parte centrale il grafico della velocità in funzione della distanza da Ancona. Interessante notare come il FrecciaBianca si attesti di solito attorno ai 180km/h 190 km/h. FrecciaRossa ha fretta: il massimo raggiunto è 305km/h ed impressionante è notare la costanza della velocità nel tratto dopo Reggio Emilia. Molto interessante.

Al ritorno sono (sto scrivendo dal treno) a bordo di un normalissimo FrecciaBianca che oggi (oltre a 15 minuti di ritardo) ha dimostrato buone dote velocistiche:

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Il record è di 198km/h (li faccio pure col KTM…), mentre il grafico dell’andamento riflette il grande, estenuante infinito numero di fermate che fa questo treno. By the way sono quasi a casa, manca meno di un’ora!

Però… che divertente MyTracks!!!!

Motomemoria SicDay 2015

I 58boys sono dei grandi. Continuano a portare avanti il nome del SIC con costanza, impegno e iniziative sempre nuove e splendidamente organizzate. Quest’anno ai SicDays eravamo tantissimi, accomunati dal ricordo del SIC e dalla passione per le due ruote.

A Coriano le moto erano tantissime, e quando abbiamo mosso i primi km del motogiro, era impossibile vedere la testa e la coda del gruppo. Tantissimi! Tra strade malmesse, panorami emozionanti e qualche goccia di pioggia. Abbiamo attraversato qualche paese, siamo passati a Tavullia, a Gradara e poi siamo arrivati a Misano. Qui siamo entrati nel circuito, intitolato a Simoncelli, per una parata in suo onore. L’emozione è stata grandissima, indescrivibile.

L’organizzazione del giro è stata superlativa. Staffette che bloccavano gli incroci, persone che salutavano la grande carovana in modo festante, tanti curiosi che hanno girato video al serpentone di moto.

Ho girato qualche filmato con la GoPro, ne è risultato un video un po’ lungo.

Grazie a tutti per l’emozione, grazie al SIC che ha messo insieme tutte queste persone.